Registrazione internazionale del marchio: la situazione italiana

Il 26 maggio 2017 è stata pubblicata la nuova edizione del “Madrid Yearly Review”, il report annuale che illustra lo stato dell’arte e le prospettive di evoluzione del “Sistema di registrazione internazionale dei marchi” (il c.d. “Sistema di Madrid”), istituito dalla Convenzione di Madrid del 1981, ratificata da 55 Stati, e dal successivo Protocollo del 1989, ratificato da 98 Stati.

Come noto il Sistema di Madrid consente di estendere la registrazione nazionale (e dunque la tutela) di un marchio anche presso i registri degli altri Stati aderenti, senza dover ricorrere ai diversi procedimenti nazionali. Attraverso il Sistema di Madrid il WIPO (World Intellectual Property Organization) ha ricevuto nel 2016 ben 52.550 domande di registrazione, con un tasso di crescita pari al 7,2%, rispetto al 2015. Questi dati sono dovuti principalmente alle richieste provenienti da USA, Germania, Francia, Cina e Svizzera. L’Italia si è classifica al sesto posto – seguita da Regno Unito, Giappone, Australia e Olanda – presentando 3.024 domande e registrando un tasso di crescita pari a 14,4% (rispetto al 2015), che rappresenta il miglior risultato per un Paese europeo (la Germania è cresciuta solo del 10% e la Francia ha registrato una decrescita pari a -0,4%).

Con preciso riferimento all’Italia, la Review rende noto che settori merceologici maggiormente interessati dal ricorso alla registrazione internazionale sono il settore dell’agricoltura, dell’abbigliamento e dei prodotti tecnologici. Negli altri Paesi i settori maggiormente interessati sono i trasporti (Cina), la sanità (Germania, Giappone, Svizzera, USA) ed il tempo libero (Germania e Regno Unito). Le statistiche rivelano, inoltre, che i Paesi verso i quali si indirizzano le estensioni di registrazione dall’Italia sono prevalentemente la Cina, gli USA, la Russia, il Giappone e la Svizzera.

Fatto curioso, l’Italia risulta essere il paese privilegiato per le registrazioni provenienti dall’Iran e dalla Turchia. Ciò detto, emerge chiaramente come la tutela del marchio (così come di tutti gli asset immateriali dell’azienda) rappresenta un elemento imprescindibile per il business anche se, prima di procedere a qualsivoglia investimento in tal senso, sarà utile ed opportuno condurre un audit al fine di definire e pianificare in ottica di medio-lungo termine le opportune strategie.

 

Contributo inserito nella Newsletter n.2/2017.
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