Testarossa non è più della Ferrari! A rischio molti altri nomi-mito

Stando a quanto affermato in una recente sentenza (Tribunale regionale di Dusseldorf, sent. 2a O 166/16 del 02.08.2017), la celebre casa automobilistica Ferrari non potrà più rivendicare la titolarità del marchio “Testa Rossa”, marchio che ha contraddistinto per decenni una delle auto più desiderate. A negarne la titolarità del marchio è stato il Tribunale di Dusseldorf, che ha accolto le ragioni dell’azienda tedesca Autec AG, produttrice di modellini di automobili. L’azienda tedesca, che a suo tempo aveva inutilmente richiesto alla casa automobilistica di poter utilizzare il nome “Testarossa” per una particolare linea di prodotti, aveva deciso di agire in modo del tutto autonomo e di depositare la domanda per la registrazione di tale marchio in Germania. L’azienda Italiana, venuta a conoscenza del deposito, aveva quindi convenuto in giudizio la Autec AG, lamentando la violazione dei propri diritti di privativa industriale. Il giudice tedesco, tuttavia, ha rigettato le pretese della Ferrari, valorizzando nella propria decisione il principio di diritto secondo il quale, per mantenere la titolarità del marchio, è necessario il suo effettivo utilizzo.

In particolare, la decisione si fonda sul principio della decadenza del marchio a seguito di non uso quinquennale – principio armonizzato in moltissimi ordinamenti – che nel caso di specie risultava pienamente operante, tale da paralizzare le argomentazioni dell’ormai ex titolare. Secondo il Tribunale, poi, la mancata produzione di beni con tale marchio da parte della Ferrari, per un periodo che andava ben oltre cinque anni integrava pienamente i presupposti della decadenza, non potendo rilevare la manutenzione di tali veicoli e la produzione di pezzi di ricambio. Infatti, il modello Testarossa non veniva più prodotto dalla casa automobilistica sin dal 1996. A fronte della decisione del giudice di primo grado, Ferrari ha prontamente impugnato la sentenza innanzi alla Corte d’Appello da cui si attende il nuovo responso.

La vicenda si pone sulla scia di altri casi, tra i quali il più eclatante riguarda la perdita da parte dei Guccio Gucci S.p.A., in Inghilterra, del logo “a doppia G”, caduto in disuso in tre classi merceologiche su quattro, per non utilizzo continuativo decennale. Dalla vicenda, dunque, si può trarre la conferma dell’importanza di un pieno controllo e valorizzazione dei propri assets immateriali, anche in ottica strategica, soprattutto al fine di scongiurare conseguenze fortemente negative.

 

Contributo inserito nella Newsletter n.3/2017.
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