L’accordo di associazione UE–Ucraina

L’11 luglio 2017 è stato compiuto un nuovo ed ulteriore passo avanti nel processo di integrazione dell’Ucraina verso l’Unione Europea.

La fase conclusiva del lungo processo è iniziata nel 2014 quando le Parti avevano formalizzato l’Accordo di Associazione, tappa centrale per la promozione e l’approfondimento dei rispettivi legami politici ed economici. In particolare erano stati intrapresi i primi contatti per introdurre nel Paese le previsioni di libera circolazione dei cittadini, di eliminazione dei dazi ed in generale l’apertura dei mercati, dell’armonizzazione delle leggi e della modernizzazione dei settori chiave dell’economia ucraina nel rispetto delle norme dell’UE.

Nel luglio scorso, dunque, il Consiglio ha confermato il contenuto dell’accordo e, di conseguenza, la sua conclusione; dovranno seguire ora le ratifiche da parte di tutti gli Stati Membri dell’UE, in vista della piena ed effettiva entrata in vigore.

Molti dei capitoli siglati, tuttavia, sono già stati resi gradualmente operativi sin dal 2014, ed infatti i primi successi non tardano a registrarsi; in primis si evidenzia il sensibile aumento dell’interscambio commerciale (stando alle rilevazioni del 2016, sarebbe aumentato del 5%), che ha portato l’UE a divenire il primo partner commerciale dell’Ucraina, sostituendo così la Russia, storico partner e potenza egemone nella regione.

Proprio il rapporto tra Ucraina ed Unione Europea, da un lato, e Russia, dall’altro, rimane il principale nodo da risolvere per procedere ad una piena integrazione e stabilizzazione dell’area. L’Ucraina rappresenta il più importante tra gli ex-stati satellite di Mosca, a cui – come si è visto – la Russia difficilmente rinuncerà. Misure ritorsive, infatti, sono già state poste in essere dalla potenza euro-asiatica, che ha immediatamente revocato i privilegi commerciali sin ad allora garantiti all’Ucraina.

La riuscita dell’Accordo – con i benefici economici e di business che ne conseguono – sarà quindi strettamente legata alla ricomposizione delle tensioni e alla cessazione delle striscianti ostilità tra le fazioni in campo.

Solo una volta concluso il processo di normalizzazione dei rapporti tra Stati vicini, il Paese ed i propri partner commerciali potranno effettivamente e pienamente beneficiare dei risvolti positivi che l’accordo appena concluso prefigura.

 

Contributo inserito nella Newsletter n.3/2017.
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