I retroscena del nuovo braccialetto di Amazon

Ogni azienda, piccola o grande che sia, punta ad ottimizzare la produttività dei propri lavoratori, cercando gli strumenti più adatti ad aumentarne l’efficienza e diminuire i tempi di esecuzione di ogni singola prestazione, allo scopo di raggiungere il miglior risultato al minor costo. Anche Amazon aspira a tale obiettivo: in un’ottica di Industria 4.0, negli Stati Uniti gli ingegneri del colosso americano dell’e-commerce hanno ideato e brevettato dei bracciali “intelligenti” da fornire in dotazione agli addetti alla gestione degli ordini in magazzino.

Grazie a trasmettitori ad ultrasuoni collocati su ciascuno scaffale, questa nuova tecnologia è in grado di percepire l’esatta posizione delle mani del lavoratore e, attraverso un impulso sotto forma di vibrazioni trasmesse ai dispositivi, ne agevola le operazioni di smistamento dei prodotti e minimizza le possibilità di errore.

Tale innovazione è, ad oggi, ferma alla fase di registrazione dei brevetti. Ancora prima di approdare ad un effettivo utilizzo dei bracciali da parte degli impiegati Amazon, la notizia del nuovo dispositivo ha aperto un acceso dibattito sociale che vede contrastanti progresso tecnologico e tutela del lavoratore.

In Italia, oltre a profili giuslavoristi in cui si fa divieto al datore di lavoro di svolgere attività di controllo costante, vengono in rilievo temi di diritto delle nuove tecnologie e diritto della privacy. Tale dispositivo contrasterebbe, oggi più che mai, con la normativa in materia di protezione dei dati personali non solo in Italia ma in tutta Europa, soprattutto a norma del nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, pienamente applicabile dal prossimo 25 maggio 2018 (Regolamento n. 2016/679/UE).

Non è da sottovalutare nemmeno l’impatto che l’utilizzo di tecnologie di questo calibro ha sull’organizzazione e gestione interna di un’impresa, dovendo questa adeguare le policy aziendali e regolare dettagliatamente l’introduzione dei nuovi sistemi e strumenti impiegati per lo svolgimento dell’attività lavorativa e le modalità di utilizzo degli stessi.

Sarà altresì necessario, nel rispetto della disciplina del diritto del lavoro, istruire i dipendenti sui sistemi di sicurezza di cui l’azienda faccia uso e dei controlli sul loro operato – rigorosamente a campione e non ad personam – che questa possa effetture a tutela dei propri assets e know how, vero patrimonio aziendale.

 

Contributo inserito nella News n.1/2018.
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