La reputazione aziendale negli affari internazionali – Tutela dell’etica societaria

La dimensione internazionale assunta dall’attività imprenditoriale e la vocazione globale dei mercati economici richiedono un sistema di gestione dell’etica societaria che coinvolge non solo i rapporti tra capogruppo e controllate estere ma si applica a tutte le relazioni commerciali internazionali, per prevenire le violazioni di leggi, regolamenti, procedure e codici di condotta, a tutela della reputazione e della credibilità aziendale.

 

 

L’etica nei rapporti commerciali internazionali

La diffusione della responsabilità penale delle società e degli enti in tutta l’Europa, e nei territori extra UE, è un elemento che l’imprenditore deve considerare nella valutazione dei connessi rischi derivanti dal fare affari con operatori stranieri. La commissione di illeciti all’estero, anche da parte di società estere collegate, fa sorgere il pericolo dell’instaurazione di procedimenti che possono concludersi con pesanti sanzioni penali, amministrative o civilistiche, a seconda degli ordinamenti interessati. In questo senso i rapporti negoziali con gli operatori esteri possono prevedere l’adozione del proprio codice di condotta e del modello di organizzazione e gestione, adeguato alla concreta previsione della effettiva applicazione ed attuazione nel paese di riferimento.

 

Il codice etico, il MOG e le condotte inaccettabili

Il codice etico costituisce il documento ufficiale redatto dall’impresa per raccomandare, promuovere o vietare determinati comportamenti da parte dei dipendenti e del management. La funzione del codice etico consiste nel manifestare i principi etici che la società/ente ritiene fondamentali per consolidare il rapporto fiduciario con la clientela e con tutti coloro che sono portatori di interessi. Oltre a includere l’insieme dei diritti, doveri e responsabilità dell’ente nei confronti degli stakeholders – dipendenti, fornitori, clienti, pubblica amministrazione, azionisti – prevede le sanzioni disciplinari applicabili in caso di violazione. Il codice etico, insieme al modello di organizzazione e gestione (MOG), costituisce il sistema di controllo per prevenire la commissione dei reati presupposto richiamati all’art.24 e ss del D.Lgs. n. 231/2001. A prescindere dal “catalogo” dei reati presupposto, la società/ente è libera di individuare quelle condotte che considera sanzionabili perché inaccettabili, anche se non costituiscono illecito penale o sono considerate mere irregolarità (es. emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode fiscale o false comunicazioni sociali non punibili per difetto di soglie quantitative, costituzione fondi extra-bilancio, abuso di informazioni privilegiate, ecc.).

 

L’impresa può obbligare chiunque?

Il codice etico è applicato sia al management, sia ai dipendenti e può essere esteso a tutti coloro che intrattengono rapporti di vari natura con l’ente (consulenti, collaboratori, concessionari di vendita, procuratori, lavoratori a progetto, ecc.). L’azienda, in relazione all’ambito dell’attività che svolge, individua le aree a maggiore intensità di rischio, i soggetti e le attività che esercitano, per elaborare un preciso sistema di controllo.

 

Le violazioni nei rapporti internazionali

L’azienda che opera sui mercati esteri, in particolare nei settori di attività che prevedono assegnazioni di commesse, di concessioni, di partnership per la cui realizzazione appare necessario il coinvolgimento di soggetti terzi, potrà richiedere, a tutti coloro che concorrono alla buona riuscita del lavoro, l’adozione e l’attuazione di un modello analogo al proprio o ispirato ai medesimi principi. Inoltre verificherà la effettiva applicazione dei precetti, per evitare conseguenze che possono rivelarsi dannose (es. la risoluzione immediata del contratto di appalto internazionale). La relazione con un soggetto estero può consistere nella partecipazione di capitale, in rapporti finanziari, in accordi negoziali, oppure in situazioni di fatto per cui si verifica un collegamento funzionale con la società/ente e le altre società.

 

L’importanza delle garanzie in caso di violazione

L’azienda dotata di un codice etico che condivide degli affari con altre aziende che ne sono prive, è opportuno che pretenda efficaci garanzie di concreto risarcimento di tutti gli eventuali danni derivanti dalla violazione del codice etico. Questa esigenza è fondamentale soprattutto nel caso di ottenimento di erogazioni, contributi o finanziamenti per la realizzazione dell’opera o dell’attività finanziata.

 

Business Ethics e Responsabilità Sociale d’Impresa

I profili morali dell’attività commerciale – definiti come Business Ethics nella terminologia anglosassone, e modernamente rientranti nella disciplina della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) – in realtà sono stati concepiti già nel Codice di Hammurabi, fatto risalire attorno al 1700 avanti Cristo e ritrovati, similmente, nel Talmud e nei Dieci Comandamenti. A livello transnazionale oggi ritroviamo nella Dichiarazione Universale Dei diritto dell’Uomo delle Nazioni Unite del 1948 o nell’United Nations Global Compact del 1999 i principi universalmente accettati nelle aree dei diritti umani, del lavoro, dell’ambiente e della lotta alla corruzione. Non va scordata l’iniziativa della Ethics and Compliance Officer Association (E.C.O.A.) che ha promosso una iniziativa volta allo sviluppo di linee guida con standard internazionali per un sistema di gestione dell’etica societaria attraverso le norme I.S.O. Ciononostante, ai fini della concreta attuazione globale di tali principi etici, è stato necessario adottare la Convenzione OCSE, conclusa a Parigi nel dicembre 1997 e relativa al contrasto della corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali, cui ha fatto seguito – dopo interventi comunitari – l’adozione del D.Lgs. n.231/2001 che ha solennemente introdotto la Responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e degli enti nel sistema giuridico italiano.

 

Articolo pubblicato nella rivista Logyn n.7 Novembre 2014.
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