Nel 2015 il Kenya ha introdotto una nuova legge in materia di diritto societario e fallimentare, chiamata Companies Act 2015, nella quale sono stati rivisti numerosi aspetti della previgente normativa.
La prima innovazione, ad esempio, consiste nella distinzione tra imprese non quotate (private companies) e le imprese quotate (public companies) in mercati finanziari (stock exchange), in modo da poter sottoporre le prime ad un regime agevolato per incentivarne la diffusione e lo sviluppo. Un’altra modifica importante ha riguardato la possibilità di costituire una società unipersonale, colmando così la lacune della normativa precedente, che richiedeva la presenza di almeno due soci per costituire una private company e almeno sette per una public company.
Tuttavia la novità più rilevante riguarda le società con partecipazione di capitale straniero.
In questi casi almeno il 30% del capitale sociale dovrà essere di titolarità di un socio con cittadinanza keniota (sin dalla nascita).
Ancorché si attendano chiarimenti sul punto, il requisito parrebbe non essere retroattivo, motivo per cui tutte le aziende costituite in Kenya prima dell’entrata in vigore del Companies Act non sarebbero (teoricamente) tenute a rispettarlo.
In ultima analisi, questa riforma legislativa evidenzia l’importanza di avere relazioni affidabili nel Paese, data la necessità di costituire partnership al fine di operare nel mercato locale.
Contributo inserito nella Newsletter n.4/2015.
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