Dispositivi indossabili: tutela della proprietà industriale e diritto alla privacy innanzitutto

Il mercato delle soluzioni indossabili (wearable) è stato al centro in questo periodo, grazie alle esigenze di prevenzione e tracciamento delle infezioni da Coronavirus; si stima che durante i primi mesi del 2020 il mercato sia cresciuto del 29,7%.

In realtà già da tempo c’è molto interesse per i dispositivi indossabili, perché se fino a pochi anni fa lo sviluppo di wearable devices era limitato al solo settore medicale, oggi è in particolare al centro delle nuove politiche di prodotto e di vendita di molte aziende, di settori anche molto diversi.

È un tema comune nelle divisioni di ricerca e sviluppo (R&D) delle aziende dello sportsystem, dell’information and entertainment e, recentemente, anche della moda (il c.d. Fashion Tech).

 

Ma cosa sono i wearable devices?

I wearable device sono dispositivi elettronici indossati da un utente, applicati al prodotto con l’intento di rilevare parametri di svariato genere (ad es. fisiologici, sanitari, geografici, ecc.), grazie a sistemi computerizzati e tecnologie avanzate incorporate nel dispositivo stesso (lettore di tag RFID e di GPS, sensori, ecc.).

Parliamo in particolare di applicazioni per smartphone che si interfacciano con sensori inseriti in calzature o abbigliamento sportivo, di smartwatches oppure in occhiali e/o caschi.

Questi dispositivi sono ormai largamente diffusi nella pratica sportiva (anche agonistica) e nel fitness, per il controllo delle prestazioni ovvero per la semplice attività ricreativa – ad es. condivisione di contenuti con amici e membri della “community” di riferimento – ma anche per la misurazione e prevenzione di particolari patologie e, ultimamente, anche per esigenze prettamente lavorative in settori particolari (occhiali in realtà aumentata per interventi a distanza).

 

Ma quali sono le problematiche per l’azienda?

Come abbiamo già indicato recentemente, troppo spesso l’azienda che intende sviluppare tali devices, concentra la propria attenzione quasi esclusivamente su aspetti utili alla commercializzazione del prodotto, tralasciando di approfondire importanti aspetti a tutela del progetto medesimo e, in generale, dell’interesse aziendale.

 

Attenzione alla tutela della proprietà intellettuale e industriale!

Il primo profilo da tenere presente è certamente quello legato direttamente alla tutela degli investimenti fatti dall’azienda nel progetto, rispetto a casi di concorrenza sleale o violazione della proprietà intellettuale ed industriale sviluppata.

In particolare, attenzione dovrà essere posta alla tutela del nome del prodotto, alle funzionalità (brevettabilità) ed al design (e del look and feel).

Certamente non meno importante, poi, gli aspetti legati alla titolarità del software, sia nel caso questo sia sviluppato espressamente per l’azienda committente, sia nel caso si tratti di customizzazione di soluzioni standard già presenti nel mercato.

Da ultimo, è fondamentale regolare attentamente i rapporti con gli eventuali partner di ricerca o industriali coinvolti nel progetto, al fine di definire le reciproche pretese e/o facoltà circa il risultato delle attività di R&D e/o sui risultati correlati eventualmente sviluppati.

 

Come devono essere trattati i dati personali raccolti?

L’altro aspetto particolarmente rilevante e che non deve essere sottovalutato riguarda la tutela della privacy degli utenti in merito ai dati personali raccolti dai dispositivi indossabili.

Naturalmente tutto il processo dovrà essere conforme e rispettare le norme europee (Reg. UE 649/2016 – GDPR, Regolamento e-Privacy) e nazionali in materia, e principalmente in merito a:

  • comunicazione dell’informativa;
  • acquisizione del consenso al trattamento dei dati particolari (ex “dati sensibili);
  • acquisizione del consenso per eventuali altre finalità (ad es; target advertising, ecc.)
  • trasferimento di dati ad eventuali soggetti terzi coinvolti nel progetto (partner, ecc)

Particolare attenzione dovrà inoltre essere posta agli aspetti di sicurezza sia dell’azienda (o delle aziende) che riceve i dati, sia dei dispositivi medesimi, poiché l’hackeraggio di tali strumenti potrebbe comportare la perdita e/o la sottrazione di dati particolarmente sensibili per l’utente, anche su larga scala.

La responsabilità dell’azienda, in casi di violazione degli standard minimi imposti dalla normativa ovvero di data breach, può essere particolarmente rilevante e risultare in sanzioni commisurate al fatturato (anche di gruppo) aziendale.

 

Come gestire al meglio il progetto?

Il progetto di sviluppo di un wearable device – al pari di ogni progetto di innovazione, in generale – è complesso per eccellenza e necessita di una attenta analisi preliminare non solo tecnica e finanziaria, ma anche e soprattutto focalizzata sui rischi legali sottesi che, se non adeguatamente individuati e neutralizzati, possono esporre l’azienda a output negativi (impatto sulla reputazione), responsabilità (risarcimento dei danni) e severe sanzioni da parte dell’autorità garante europea o nazionale.

Essenziale quindi, un attento approccio strategico e visione d’insieme, per tutelare il business, l’azienda e gli asset aziendali.

 

Alcuni approfondimenti:

Internet of Things (IoT) – La nuova rivoluzione tecnologica

 

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